FERDINANDO MIRIZZI

Ferdinando Mirizzi è professore ordinario di Discipline demoetnoantropologiche nel Dipartimento di Innovazione Umanistica, Scientifica e Sociale (DIUSS) dell’Università degli Studi della Basilicata, dove dal 2012 al 2020 è stato direttore del Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (DiCEM). È componente dei collegi docenti del Dottorato di Ricerca “Cities and Landscapes: Architecture, Archeology, Cultural Heritage, History and Resources” e del Dottorato Nazionale “PASAP_Med – Patrimoni archeologici storici architettonici paesaggistici mediterranei”. Ė presidente della Società Italiana di Antropologia Culturale (SIAC) ed è socio fondatore della Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici (SIMBDEA) e del Centro Internazionale di Ricerca e Studi sul Carnevale, la Maschera e la Satira. 

È direttore responsabile della rivista «Archivio di Etnografia» e della Collana «Etnografie», pubblicate entrambe dalla Casa Editrice Edizioni di Pagina, ed è componente dei Comitati Scientifici delle riviste «Antropologia», «Lares», «Visual Ethnography», «Antropologia Museale» e «Il De Martino». È stato presidente dell’Osservatorio Scientifico Regionale “Edward C. Banfield” per la salvaguardia del patrimonio etno-antropologico della Basilicata e attualmente presiede il Comitato Tecnico Scientifico del Museo della Cultura arbëreshe di San Paolo Albanese (Pz). Ha fatto parte del Comitato Tecnico Scientifico per la redazione delle Linee Guida finalizzate alla progettazione del Museo Demoetnoantropologico dei Sassi a Matera. I suoi interessi di ricerca sono prevalentemente incentrati su temi di Antropologia dell’Italia e, in particolare, su questioni di antropologia museale e dei patrimoni culturali, di storia della cultura materiale, del territorio e degli insediamenti rurali; sui culti santuariali, i pellegrinaggi e gli ex voto; sulle feste arboree e i Carnevali in area meridionale; su aspetti e problemi relativi alla storia degli studi demoetnoantropologici, alle dinamiche culturali in area meridionale e ai rapporti tra scrittura e costruzione della tradizione; sulle relazioni tra patrimoni culturali e turismo; sulla fotografia etnografica; sulle forme di autorappresentazione e la scrittura autobiografica e popolare.


Ferdinando Mirizzi is a full professor of Demoethnoanthropological Disciplines at the Department of Humanistic, Scientific, and Social Innovation (DIUSS) at the University of Basilicata, where from 2012 to 2020 he was the director of the Department of European and Mediterranean Cultures (DiCEM). He is a member of the doctoral boards for the “Cities and Landscapes: Architecture, Archaeology, Cultural Heritage, History and Resources” program and the National Doctorate “PASAP_Med – Mediterranean Archaeological, Historical, Architectural, and Landscape Heritage.” He is the president of the Italian Society of Cultural Anthropology (SIAC) and a founding member of the Italian Society for Museography and Demoethnoanthropological Heritage (SIMBDEA) and the International Research Center for Studies on Carnival, Masks, and Satire. He is the editor-in-chief of the journal Archivio di Etnografia and the book series Etnografie, both published by Edizioni di Pagina, and a member of the scientific committees of the journals Antropologia, Lares, Visual Ethnography, Antropologia Museale, and Il De Martino. He was the president of the “Edward C. Banfield” Regional Scientific Observatory for the safeguarding of the ethno-anthropological heritage of Basilicata and currently presides over the Technical Scientific Committee of the Museum of Arbëresh Culture in San Paolo Albanese (Pz). His research interests are mainly focused on themes of Anthropology in Italy, particularly on issues related to museum anthropology, cultural heritage, the history of material culture, rural settlements, sanctuary cults, pilgrimages, and ex-voto, as well as southern Italy festivals such as tree festivals and carnivals. Other research topics include the history of demoethnoanthropological studies, cultural dynamics in southern Italy, and the relationship between writing and tradition-building, as well as the relationships between cultural heritage and tourism, ethnographic photography, self-representation, and autobiographical and popular writing.